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SCOPRI PARTENZELa località di villeggiatura alpina di Obersalzberg, nei dintorni di Berchtesgaden, è un luogo ameno di cui si innamorò Hitler negli anni ’20 e dove costituì con i gerarchi del partito una sorta di quartier generale-bunker per le vacanze. La residenza venne chiamata Kehlsteinhaus, tradotto in italiano come Nido dell’Aquila.
Questo villaggio, situato a circa 1.000 metri d’altezza, è stato bombardato alla fine del ’45 e raso al suolo nel 1952. Nell’area si trova oggi un Centro di documentazione sul nazismo. Hitler soggiornò qui con Eva Braun in una villetta da lui battezzata “Berghof”. Nel 1938,per il suo esimo compleanno, riceve in dono dai gerarchi del partito, il celeberrimo “Nido dell’Aquila“, uno chalet-fortezza costruito sul Kehlstein, un picco di 1.834 metri sovrastante il villaggio di Obersalzberg.
Percorrendo una strada tortuosa lunga 7 km (Kehlsteinstraße) scavata sui fianchi della montagna e attraversando un tunnel di 124 metri si giunge ad un avveniristico ascensore che porta all’interno dello chalet (il cui nome ufficiale è Kehlsteinhaus ) dopo 124 metri di salita all’interno della montagna.
La costruzione fu ultimata nel giro di due anni, nonostante numerose difficoltà tecniche, e con un enorme dispendio di risorse umane (vennero coinvolte nel progetto circa un migliaio di persone!)
Il nido dell’aquila (oggi è un ristorante-belvedere), circondata da balconate che permettono una stupenda vista sul Königssee e sul Watzmann (la seconda vetta più alta della Germania), fu arredata utilizzando marmi e legni pregiati. Nel grande atrio ottagonale fu installato un camino realizzato in marmo rosso cupo con venature bianche, dono di Mussolini al Führer.
Pur colpito dall’edificio e dal panorama, Hitler non nutrì un sentimento speciale per il luogo, anche a causa dell’aria troppo rarefatta. Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale il Führer non soggiornò più nella Kehlsteinhaus, mentre continuò a frequentare il sottostante Berghof.